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Lynn Fung e lo Liang Yi Museum di Hong Kong

Ricko Leung

Abbiamo intervistato Lynn Fung, direttrice dello Liang Yi Museum di Hong Kong, il più grande museo privato della città.

Essere un museo privato è di per sé una rarità nella città di Hong Kong. Incastonato tra gli edifici della storica Hollywood Road, la mecca dei collezionisti di antichità cinesi, lo Liang Yi Museum è anche il più grande museo privato della città. È stato fondato da Peter Fung Yiu-fai per esporre la collezione di oggetti d’antiquariato cinese ed europeo che il magnate ha raccolto nel corso di quattro decenni. Il museo si estende su quattro paini, per ospitare mobili, ma anche fermagli, scatole e polveriere. Il suo nome viene dai due figli di Peter Fung. Lynn Fung, una delle due eredi, ne è la direttrice in carica.

L’abbiamo incontrata, per capire meglio la collezione, la missione e la visione dell’istituzione, ovvero come essa intende portare il proprio messaggio al pubblico internazionale, ma anche come il museo cerca di interagire con la scena artistica locale.

Lynn Fung
Lynn Fung, director of Liang Yi Museum. Courtesy of Lynn Fung.

Cosa significa crescere con un padre collezionista?

Lynn Fung: Avere un collezionista come genitore è stata un’esperienza molto educativa. Mio padre ama condividere aneddoti sulle sue collezioni, e sulle sue acquisizioni; racconta con passione a chiunque voglia ascoltarlo! Uno dei modi in cui mi ha influenzato, e ha indirizzato il modo in cui gestiamo il museo, è stato facendomi capire l’importanza della narrazione, soprattutto quando si tratta di informare le persone. È molto più interessante, per esempio, conoscere una tavola attraverso l’ascolto di una storia sul come e sul perché è stata creata, piuttosto che leggere una semplice didascalia che riporta luogo d’origine e datazione.

[Riguardo all’essere figli di collezionisti, qui il link alla nostra intervista con il Principe Hans-Adam II del Liechtenstein. Ndr]

Compra arte anche per sé?

Lynn Fung: Al momento non colleziono gran che. Compro qualche mobile qua e là, per la nostra casa, quando serve. Ma non posso dire di collezionare arte nello stesso in cui ha collezionato mio padre.

Liang Yi Museum
Exterior view of Liang Yi Museum. Courtesy of Liang Yi Museum.
Liang Yi Museum
Installation shot of exhibition “Chrysanthemum and Dragon: The Art of Ornamentation in Japan and China in the 17th – 19th Century”, Liang Yi Museum, 2019. Courtesy of Liang Yi Museum.

Quali elementi crede siano necessari per creare una buona collezione di oggetti d’antiquariato cinese?

Lynn Fung: Mio padre ha tre criteri che tiene ben presenti quando guarda un nuovo oggetto. Si chiede sempre: è bello, raro, e autentico? Credo che queste siano delle ottime linee guida per collezionare qualsiasi tipo di oggetto d’antiquariato. Aggiungerei che si dovrebbe anche amare veramente ciò che si compra, e non comprarlo solo pensando di fare un buon investimento. In questo modo, anche se l’oggetto perderà di valore, almeno non spiacerà mai averlo con sé.

Liang Yi Museum
Installation shot of exhibition “Crowning Glory: The Beauty of Ladies’ Ornaments from Asia and Europe”, Liang Yi Museum, 2019. Courtesy of Liang Yi Museum

Com’è nato lo Liang Yi Museum?

Lynn Fung: Abbiamo acquistato l’edificio dove il museo oggi si trova perché ci serviva un deposito per la nostra collezione. Ma più ci pensavamo, più vedevamo il valore di avere uno spazio in cui permettere alle persone di entrare e conoscere le nostre collezioni. Così ci è venuta l’idea di creare un museo privato, che fosse un luogo di incontro per gli appassionati. In seguito, attraverso i nostri programmi educativi e le collaborazioni con le altre istituzioni, abbiamo gradualmente trasformato lo Liang Yi Museum in una meta per tutti coloro che amano il design e la sua cultura.

In che modo la sua formazione si è riflessa nella gestione del museo?

Lynn Fung: Ho studiato letteratura e sono stata giornalista. Ho sempre avuto amore per le parole, le storie, e le narrative. Credo che questo mi sia stato di grande aiuto quando poi mi sono dedicata mostre, perché quello che avevo imparato mi spingeva sempre a chiedermi: che storia sto cercando di raccontare? Qual è il punto di vista o la narrazione che sto cercando di trasmettere? Oltretutto, non ho una formazione museale tradizionale, il che penso sia effettivamente utile perché mi permette di avere un approccio più audace e interdisciplinare.

Quale missione si è datolo Liang Yi Museum?

Lynn Fung: Vogliamo essere un punto di riferimento per il design, per patrimonio culturale e per l’artigianato. Perseguiamo questo scopo non solo attraverso le mostre che curiamo utilizzando le nostre collezioni permanenti, ma anche con la ricerca, che spesso coinvolge personalità esterne. Destiniamo molta energia anche al nostro programma educativo, con il quale cerchiamo di formare il nostro pubblico, offrendo lezioni mensili su diversi argomenti. Investiamo molto anche sull’educazione della prossima generazione – di mercoledì l’entrata al museo è gratuita per gli studenti.

Liang Yi Museum
Vase, Ando Jubei (1876–1953), 20th century, Cloisonné enamel and silver. Courtesy of Liang Yi Museum.

Quali sono le criticità principali nella gestione del museo?

Lynn Fung: Ce ne sono molte e ovviamente la conservazione è una di queste. Credo che se interpellati sull’argomento i musei di tutto il mondo sarebbero d’accordo sul fatto che non è bene avere troppo opere nei depositi. Poi c’è il problema delle mostre temporanee, che sono impegnative da tutti i punti di vista. Eppure affascinano pubblico, per cui lo sforzo è di solito ben ripagato.

Quali strategie adottate per portare antiquariato e arte decorativa asiatica al pubblico internazionale?

Lynn Fung: Prima del 2020 e dei divieti di viaggio, portare le nostre collezioni cinesi e giapponesi al pubblico internazionale ci ha dato grandi soddisfazioni. Una percentuale consistente dei nostri visitatori proveniva dalla Francia e dagli Stati Uniti; e abbiamo anche lavorato con istituzioni internazionali, come il V&A e la Goldsmiths Hall di Londra, organizzando mostre comparative che hanno presentato le nostre collezioni in relazione alle loro. Le mostre comparative (come quella in cui abbiamo messo a confronto mobili francesi e cinesi della medesima epoca) sono state anche un modo per coinvolgere un nuovo pubblico, che magari aveva meno familiarità con l’arte decorativa asiatica.

Liang Yi Museum
A part of Tea and Coffee Service, Antip Kuzmichev (1856–1917), 1899-1908, silver-gilt and cloisonné enamel. Courtesy of Liang Yi Museum.

La scena artistica di Hong Kong è cresciuta e si è evoluta rapidamente negli ultimi anni. Come vi ponete nei suoi confronti?

Lynn Fung: Lavoriamo con molte istituzioni locali. Per esempio, abbiamo organizzato una mostra con la Ink Society, dalla quale abbiamo preso in prestito alcune opere contemporanee, in modo da poterle esporle accanto alle opere della nostra collezione. A quanto ci risulta il pubblico ha molto gradito l’accostamento. In realtà è molto più insolito di quanto si possa pensare!

Anche a Hong Kong qualcuno certamente pensa che l’antiquariato sia destinato alle generazioni più anziane, o ai pochi ricchi. Come incoraggiate, invece, l’interesse dei più giovani?

Lynn Fung: Come detto, abbiamo un forte programma educativo, con il quale ci rivolgiamo attivamente agli studenti e ai giovani. In questo senso, trovo che anche i social media siano un canale molto importante. Anche per questo motivo invitiamo le persone a toccare gli oggetti della nostra collezione e incoraggiamo la fotografia all’interno del museo (senza flash, ovviamente). Troviamo che aiuti a diffondere il nostro messaggio in modo più organico, anche tra i più giovani.

Liang Yi Museum
Installation shot of exhibition “Chrysanthemum and Dragon: The Art of Ornamentation in Japan and China in the 17th – 19th Century”, Liang Yi Museum, 2019. Courtesy of Liang Yi Museum.

Un aneddoto?

Lynn Fung: Ce ne sono così tanti che non saprei nemmeno da dove cominciare! Abbiamo avuto molti visitatori speciali al museo, come gli stilisti Paul Smith e Dries van Noten. Abbiamo anche avuto la visita dello chef Pierre Gagnaire e del musicista Ning Feng. Pur amando tutti i nostri visitatori, devo dire che è sempre un piacere per noi quando a trovarci vengono i creativi, perché i collegamenti che suggeriscono tra le nostre collezioni e il loro campo d’azione sono i più sorprendenti e stimolanti.

Cosa succederà al museo nel prossimi cinque anni?

Lynn Fung: Vogliamo continuare a fare ciò che facciamo e in cui crediamo, ovvero: educare i nostri visitatori, collaborare con la nostra comunità e organizzare mostre che sappiano ispirare e a sorprendere il nostro pubblico.

October 19, 2020