Jens Froberg: tempo, spazio, materia, energia
Guardare i dipinti di Jens Froberg può essere laborioso, piacevole, meditativo, arduo, tranquillo, strano… A volte ci si rende conto di tonalità nascoste e sepolte, lavaggi asciugati e riapplicati, tracce di linee eliminate, a volte no.
Jens Froberg, che si divide tra l’Austria e la nativa Svezia, nel tragitto che va dal suo appartamento di Vienna allo studio cammina per cinquantacinque minuti. Ne cammina altri cinquantacinque per tornare a casa la sera, il più delle volte in silenzio. Nello studio trascorre ore, soprattutto in silenzio, aggiungendo e togliendo ossessivamente strati di vernice ad olio su piccole tele colorate, usando i pennelli e… il tempo.
Così come camminare per un certo periodo di tempo – direi più di un’ora -, guardare i dipinti di Jens Froberg può essere laborioso, piacevole, meditativo, arduo, tranquillo, strano… A volte ci si rende conto di tonalità nascoste e sepolte, lavaggi asciugati e riapplicati, tracce di linee eliminate; a volte no. Le tavolozze presentano toni terrosi tenui, e pastelli assertivi; i soggetti rimangono distanti, se non del tutto resistenti allo sguardo. Spesso si trovano geometrie, allusioni a strutture che sono semplicemente implicite, associazioni cognitive con pochissime evidenze o spiegazioni; ma soprattutto ci sono campi di colore cementati e corposi, densi e vibranti, persistenti e stratificati.
Dal momento che i dipinti di Jens Froberg sono per la maggior parte contesi tra tre serie – Setting a Good Corner, Still Life e Light On a Monochrome -, ho pensato che potesse essere utile affrontare il testo allo stesso modo, cioè facendo luce su ciascuna di esse per poi approfondire un elemento cardine della pratica dell’artista nel suo complesso.
Still Life
Anche se son poche le differenze immediatamente percepibili, ossia quelle che separano ciascun corpus di opere dall’altro – dopotutto si tratta di campi di colore densamente dipinti, e di simile formato… – è pure vero che più si passa tempo con le opere e più le differenze diventano chiare. Nonostante non abbiano nulla di neanche lontanamente rappresentativo, i dipinti intitolati Still Life possono effettivamente iniziare a sembrar nature morte, per via delle sottili bande orizzontali che evocano l’idea di un paesaggio piatto, oppure concentrandosi sull’inquietante potere del pensiero associativo e sulla forza dei titoli.
Dopo aver assistito a una mostra di William Scott, e aver scoperto che le sue nature morte e quelle di Giorgio Morandi potevano essere considerate semplici campi di colore se i soggetti fossero stati privati dei loro contorni, Jens ha iniziato la serie con un fine sperimentale: voleva dipingere una natura morta senza alcun soggetto. Mentre i dipinti della serie Setting a Good Corner sono forse i più direttamente architettonici, quelli di Still Life sono lunatici, descrittivi, quasi narrativi… Ciò che lo spettatore riceve da queste opere sono suggestioni di luce, ombra, forma, anche se l’artista ha fatto di tutto per non fare riferimento ad alcuna immagine di partenza.

Setting a Good Corner
Intitolati a un’opera video di Bruce Nauman – scultore, performer e ranch-hand/cowboy americano -, i dipinti di questa serie sono spesso caratterizzati da allusioni a “strutture”, accennando all’idea di inquadratura e/o ai dispositivi per inquadrare. Nel video vediamo Nauman costruire e allestire un angolo per poi apporvi una recinzione; nei suoi dipinti, vediamo Jens Froberg che costruisce sezioni di colore occasionalmente racchiuse e delineate da una banda più o meo sottile.
Visto che si considera un artista lento e avverso alle scadenze, Jens ha lavorato ad alcuni dipinti per anni, cambiando e ruotando continuamente. I dipinti di Setting a Good Corner sono un concentrato di processi decisionali. Sebbene il video di Nauman sia stato solo un punto d’ispirazione, ciò che si mantiene tra l’opera e i dipinti di Froberg sono l’impegno e l’esplorazione del rapporto metodico e civettuolo tra un dipinto – che potrebbe essere una metafora di un territorio, di un’idea o anche della creatività nel suo complesso -, e le sue demarcazioni, i suoi bordi.

Light On
I dipinti Light On, forse i più disgiunti della pratica di Jens Froberg, riflettono ciò che potrebbe essere l’epicentro del suo lavoro: colore, umore, temperatura, clima, decisione e moderazione. A Vienna, dove l’artista vive dal 2012, l’estate può essere molto calda. Per questo motivo Jens ha iniziato a tornare più spesso a Malmö, a dipingere in uno studio improvvisato. Così, come l’artista ha trovato un modo per adattarsi al suo ambiente, si può dire che anche i suoi dipinti lo abbiano fatto. Quando abbiamo discusso della sua tavolozza, Jens e io ci siamo chiesti se ci fosse qualcosa di profondamente scandinavo nelle sue origini. Mentre chiamavo in causa l’opera di Vilhelm Hammershøi lui tornava a Evert Lundquist, una figura cardine nella storia della pittura svedese. Altre influenze dell’artista sono state Åke Göransson, Torsten Andersson, Carl Fredrik Hill, Eve Eriksson e Bo Trankell, pittore di frenetici paesaggi nebulosi. Essendo Jens un convinto astrattista, che ha di natura confessato di aver sempre voluto dipingere, ma che all’inizio ha faticato a capire cosa esattamente gli interessasse dipingere, è logico la maggior parte delle referenze formali siano ,nel suo caso, prevalentemente figurative.

La magia dei dipinti di Jens è la loro priorità nel capire dove vivono i colori: nella vita. Sia come sfondo e ambientazione di tavole inesistenti (Still Life), sia come sezioni immaginarie e relative postazioni di guardia ancora più fittizie (Setting a Good Corner), sia come terreni immaginari, occasionali e fecondi da poter esplorare (Light on a Monochrome).
Così come quando si percorre un sentiero in un parco pubblico poco curato e ricoperto di vegetazione, con i dipinti di Jens è spesso molto difficile sapere dove si andrà a finire. Come Jens al mattino, mentre si reca allo studio, aggirando e schivando il traffico della Vienna cosmopolita con i suoi alberi e i suoi grattacieli, così la parte più stimolante di tutte è, nell’arte, il viaggio che comporta perseguirla.
Ndr: Justin Chance è un artista che vive a New York. Samantha Ozer ne ha scritto per noi qui.
March 12, 2025