Alberto Bonisoli promette più soldi per il MiBACT
Lo scorso 2 giugno a Roma il nuovo Ministro de Beni Culturali Alberto Bonisoli ha promesso più risorse per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale italiano. E ha fatto intendere che l’identità nazionale viene prima dei turisti.
- Alberto Bonisoli, Italian Minister of Culture.
Alberto Bonisoli, nato in provincia di Mantova nel 1961, primo di quattro figli e padre di due, è il nuovo Ministro dei Beni Culturali italiano. Ha studiato al liceo scientifico di Cremona, oggi vive in provincia, a Castelletto Ticino, vicino a Pavia. Il padre era dirigente in un’azienda alimentare, il nonno faceva l’agricoltore, la madre insegnava lettere, latino e greco alle scuole superiori. Stando alle dichiarazioni rilasciate in campagna elettorale in qualità di candidato del Movimento 5 Stelle l’Italia ha motivo di sperare che Dario Franceschini avrà un degno erede.
L’attuale direttore della Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA), nonché ex docente di Innovation Managment all’Università Bocconi (dove si è laureato nel 1986) ed ex direttore della Domus Academy (pure a Milano), non sembra infatti negativo riguardo all’operato del suo predecessore quanto il programma elettorale del suo partito avrebbe lasciato presagire. È vero, Bonisoli non ha mai parlato di mercato dell’arte e a quanto sembra non sa molto delle complesse criticità che in Italia affliggono il sistema dei Beni Culturali – d’altra parte Bonisoli fin ora si è occupato soprattutto di moda e design, e lo ha fatto dal punto di vista della didattica. Ma durante una campagna elettorale che, come abbiamo detto, lo ha visto sostenere attivamente il Movimento 5 Stelle (come candidato non è stato eletto, come Franceschini), il neo-ministro ha più volte manifestato la sua visione riguardo al Ministero che ora occupa.
Tanto per cominciare, Bonisoli non si è mai espresso riguardo ai provvedimenti in merito all’esportazione delle opere d’arte contro i quali invece era chiaramente indirizzato il programma dei 5 Stelle, ma ha più volte ribadito il bisogno di insistere sopratutto su tutela e valorizzazione, funzioni per le quali a suo giudizio il Ministero non ha ricevuto negli scorsi anni sufficienti risorse economiche. ‘Dobbiamo spendere di più e meglio’ ha dichiarato a Roma, lo scorso 2 giugno. Ci sarebbe dunque l’obiettivo di alzare considerevolmente l’attuale dotazione del Ministero dei Beni Culturali.
Più risorse dovrebbero portare a poter riprendere il percorso di digitalizzazione del patrimonio, con il fine di migliorare la diffusione della nostra cultura artistica, soprattutto nelle scuole. ‘I nostri ragazzi devono sapere dove vivono – ha detto Bonisoli – e quello che c’è introno a loro’. E qui si intravede la prospettiva educativa e sociale da cui Bonisoli sembra guardare al problema.
Il neo ministro ha detto anche che, nel settore dei beni culturali, lo Stato deve tornare ad assumere. ‘Bisogna dare ascolto alle esigenze del lavoro anche in questo settore. Basta precari. Abbiamo bisogno di personale qualificato, motivato e competente’. Questo non significa solo Soprintendenze (vedi programma di governo), ma anche musei e istituzioni pubbliche. Si punta quindi ad avere un patrimonio più fruibile, soprattutto a beneficio delle scuole, delle periferie urbane, ma anche delle provincie, dove la cultura può davvero fare la differenza – qui c’è una chiara convergenza con il programma della Lega e con l’intenzione di dare più potere agli organi locali.
Ma sopratutto, anche se questo non avverrà nell’immediato, il Movimento 5 Stelle ha ribadito più volte l’intenzione di separare il Ministero dei Beni Culturali da quello del Turismo, che ora sono uniti. Questo sarebbe da leggere come un segnale del fatto che turismo e cultura sono viste come cose separate, ancorché interdipendenti. L’idea dei Beni Culturali come risorsa da sfruttare per promuovere i pacchetti viaggio nel nostro paese sembrerebbe allontanarsi, a favore di posizioni più evolute e sostenibili. Nel vocabolario del Ministro dei Beni Culturali italiano sono tornate parole come ‘identità nazionale’ e ‘formazione’ e questo fa ben sperare. Gli obiettivi che si è posto Bonisoli sono altissimi – a partire quello di aumentare le risorse a disposizione del Ministero dei Beni Culturali. E sono obiettivi raggiungibili solo se il quadro generale migliorerà in tutti i settori. Ma se è vero che nessuno sviluppo è possibile e se non si investe bene in cultura ed educazione, allora il dato positivo è che, almeno sulla carta, Bonisoli ha ben chiaro questo principio.
June 22, 2021