loading...

Friend of a Friend mette Varsavia sulla mappa dell’arte contemporanea

Stefano Pirovano

Lo scorso weekend a Varsavia ha inaugurato Friend of a Friend, un progetto che probabilmente rappresenterà una pietra miliare sul sentiero dei collezionisti e delle gallerie emergenti. Cerchiamo di capirne il perché.

 

Qualcuno potrebbe sostenere che condividere la galleria con un collega non sia una gran novità per i galleristi d’arte contemporanea. Condo ha riproposto questo modello tre anni fa a Londra, e senza dubbio è stato un successo in termini di marketing per i galleristi che vi hanno preso parte. Ma Londra è una città che quasi tutti i collezionisti di arte contemporanea conoscono bene. Al contrario, la maggior parte degli ospiti di Friend of a Friend, tra cui i collezionisti Rolf e Venke Hoff, visitavano la capitale e più grande città della Polonia per la prima volta nella loro vita, senza quindi saper molto del suo scenario artistico contemporaneo. O, per dirla in un altro modo, sapevano ‘solo’ ciò che gallerie e musei internazionali hanno insegnato loro di talenti come Paulina Olowska o Monika Sosnowska. Certamente questo non è abbastanza. La Polonia è un concetto più ampio. Ora, grazie al progetto Friend of a Friend, i convenuti non solo hanno appreso nuovi nomi altrettanto interessanti, come quelli di Mateusz Chorobski, Piotr Makowski, Piotr Lakomy, Gizela Mickiewicz, Tomasz Kowalski or Krystian Truthczaplicki, giusto per nominarne alcuni. FOAF ha dato loro anche la possibilità di vivere in prima persona l’ambiente geografico, sociale, culturale ed economico di cui questi artisti e gallerie fanno parte.

Inoltre, dalla prospettiva della comunità d’arte locale che ospita le gallerie ‘amiche’ straniere, FOAF rappresenta una grande opportunità per tutti quegli artisti, curatori, collezionisti locali che magari sono ancora alle prime armi. Ecco un altro motivo per cui il supporto dato a FOAF dall’ Adam Mickiewicz Institute – rispettata istituzione culturale pubblica locale, e dal suo efficientissimo staff – deve essere guardato come elemento chiave del progetto, un chiave che segna anche la grande differenza fra FOAF e Condo, che è invece interamente supportato dalle gallerie.

La lista delle città rappresentate quest’anno a FOAF include Parigi, Praga, Berlino, Colonia, Dusseldorf, Zurigo, Vienna, Messico City, New York, l’Aia, Londra e Francoforte. Al momento c’è quindi un’ampia varietà di prospettive rappresentate a Varsavia. Tuttavia, il dialogo tra le opere in mostra e il contesto sembra sorgere, e scorrere, spontaneamente. La pila di guanti usati presentata dall’artista losangelino Brian Dario da Reserve Ames gallery, ospitata da Stereo, potrebbe riferirsi alla vita precedente dell’edificio dove si trova la galleria, e allo stesso tempo lanciare uno sguardo al suo futuro. ‘Negli anni 50 era la principale stamperia della zona’ ci ha rivelato Michal Lasota, fondatore con Zuzanna Hadryś della galleria Stereo. Varsavia ha inoltre una grande tradizione nella produzione di posters – ogni due anni la città ospita anche la Biennale Internazionale del Poster. Il distretto di Wola, dove si trova l’affascinante e decadente palazzo ex sede del Dom Słowa Polskiego, sembra diventerà il nuovo paradiso immobiliare della città. Presto le camicie bianche sostituiranno I guanti da lavoro.

Similmente, visto che ci troviamo in uno stato post-sovietico con un forte comunista, i due telefoni di vetro e gesso dell’artista messicana Jimena Mendoza possono rappresentare ricordi nostalgici di conversazioni pericolose, o addirittura impossibili. Mendoza ha studiato arte e al momento si trova a Praga grazie ad una borsa di studio della Jumex Foundation. I suoi telefoni, visualmente piacevoli ancorché inutilizzabili, sono in mostra da Piktogram, che ospita le gallerie Svit (che rappresenta Mendoza), Lomex e Future.

Da Wschód, che ospita invece Neue Alte Brucke e Union Pacific, la scultura a muro di Mateusz Chorobski trasforma le monete ufficiali polacche in una blocco di metallo solido, che è però illegale, visto che distruggere la valuta è vietato. In un paese del sud Europa questo gesto di disobbedienza probabilmente non avrebbe un significato incisivo. Invece, una delle prime cose che colpiscono quando sei a Varsavia è il fatto che I pedoni siano sorprendentemente rispettosi dei semafori. Anche quando i monumentali boulevards sono totalmente vuoti e nessun camion, macchina o bicicletta è in vista, loro prima di attraversare aspettano pazientemente che il semaforo diventi verde. E’ un atteggiamento mentale, ma ‘i poliziotti possono multarti se fai altrimenti’ ti dicono. Ad un certo punto realizzi che dietro ai palazzi dell’ex Unione Sovietica e ai nuovi e ambiziosi grattacieli (il più fico al momento è quello dell’archi-star Daniel Libeskind) questa città, apparentemente problematica, ha in realtà una solida struttura mentale e una grande consapevolezza sociale. Certe regole sono ancora oggi dei valori che qui nessuno ha voglia di mettere in discussione, come si evince dalle ultime elezioni generali.

Ritornando all’arte, stando a quanto ci ha detto il fondatore della Future Gallery Michael Ruiz riguardo a Friend of a Friend e Condo, sarebbe un errore considerarle alternative alle fiere d’arte. ‘Questo genere di evento è qualcosa di diverso – ci ha detto Ruiz – che non si può paragonare né a Fiac, né a Paris Internationale’. Nel caso dobbiate scegliere la destinazione per il vostro prossimo viaggio artistico, vi assicuriamo che non rimpiangerete di esservi persi una fiere d’arta per un’esperienza più intima, e probabilmente anche più persistente. Che siate artisti, o collezionisti, ciò che rimane, alla fine, è quel che scoprite.

June 22, 2021