Masolino a Castiglione Olona: tesoro discreto del patrimonio europeo
Siamo stati da Masolino a Castiglione Olona, per scoprire il suo capolavoro e rivivere il sogno del Cardinale Branda Castiglione, che cercò di trasformare il piccolo borgo in una città ideale.
Non serve più di un’ora d’auto, da Milano, per raggiungere quel tesoro discreto del patrimonio artistico europeo che sono gli affreschi dipinti da Masolino da Panicale a Castiglione Olona per il battistero della Collegiata. E basta tornare al paragrafo con cui Giorgio Vasari introduce la vita di Masolino per rendersi conto delle scala dell’artista che il Cardinale Branda Castiglioni, venuto alla luce in questo delizioso borgo lombardo intorno al 1360, aveva scelto per quella che evidentemente era una commissione che a lui, raffinato intellettuale e studioso prima che uomo di chiesa, stava davvero molto a cuore.
Grandissimo veramente credo che sia il contento di coloro che si avvicinano al sommo grado della scienza in che si affaticano; e coloro parimente che oltre al diletto e piacere che sentono virtuosamente operando, godono qualche frutto delle loro fatiche, vivono vita senza dubbio quieta e felicissima.
È chiaro che Vasari considerava Masolino un pittore di successo, un pittore che se avesse avuto vita più lunga – nato Tommaso di Cristoforo nel 1383, l’artista in realtà non passa a miglior vita fino al 1440 – Vasari scrive:
si sarebbe costui potuto annoverare fra i migliori, perché son l’opere sue condotte con buona grazia, hanno grandezza nella maniera, morbidezza e unione nel colorito, et assai rilievo e forza nel disegno, se bene non è in tutte le parti perfetto.
Masolino prima di Castiglione Olona.
La commissione del battistero della Collegiata arriva a Masolino 1435. L’artista, formatosi con Lorenzo Ghiberti, aveva già molto operato a Firenze, anche al fianco dell’amico Masaccio, come per esempio avviene nella tavola di Sant’Anna Matterza (del 1424, ora agli Uffizi), e poi nella fondamentale Cappella Brancacci, per Santa Maria del Carmine, dove i due artisti lavorano letteralmente fianco a fianco, visto che il ponteggio è uno solo e permette di dipingere due pareti contemporaneamente. Ma già nel settembre del 1425 Masolino lascia Firenze per l’Ungheria, al seguito del condottiero Pippo Spano, ovvero conte Filippo Buondelmonti degli Scolari, cavaliere di Re Sigismondo di Boemia (che lo incarica di proteggere le miniere d’oro del paese) e amico di Papa Martino V. Nel 1427 l’artista è di nuovo a Roma, dove probabilmente torna a lavorare con Masaccio al polittico Polittico di Santa Maria Maggiore (oggi conservato tra il Museo di Capodimonte, la National Gallery di Londra e il Philadelphia Museum of Art). I due si confrontano di nuovo, in quello che rimane un rapporto suggestivo – ne scrive Roberto Longhi nel suo ‘Fatti di Masolino e Masaccio’, pubblicato nel 1940. Da una parte Masolino, pittore leggero, minimale, attento ai valori cromatici e alla pulizia delle linee, più che al naturalismo, o all’espressione dei moti umani. Dall’altra Masaccio, certo più espressivo e attento al dato anatomico, ma forse meno cristallino ed elegante. Purtroppo, però, il confronto viene rimandato di nuovo, e questa volta in via definitiva. Masaccio muore l’anno dopo, e Masolino deve continuare da solo la sua avventura romana, che culmina negli affreschi della Cappella di Santa Caterina d’Alessandria, nella basilica di San Clemente, eseguiti da Masolino tra il 1427 e il 1430 senza collaboratori. In quest’occasione Branda Castiglioni, che gli ha commissionato l’opera e vuole Masolino anche nel suo paese d’origine, sul fiume Olona, dove il Cardinale sta creando un centro di spiritualità e cultura umanisticamente proiettato verso i grandi cenacoli intellettuali dell’epoca e ispirato dalle molte missioni diplomatiche affidategli dalla Santa Sede. Iniziati nel 1422, i lavori dureranno fino all’anno della morte del cardinale, avvenuta nel 1443.
Masolino e gli affreschi del Battistero.
Branda Castiglioni incarica Masolino di affrescare il catino absidale della Collegiata di Castiglione Olona e le pareti del battistero annesso. Sulle vele della cupola della chiesa l’artista dipinge le Storie di Maria. Nel battistero Masolino lavora invece sulla vicenda di San Giovanni, ponendo al centro dell’intima aula battesimale la figura di Gesù, immerso nelle acque del Giordano fino alle cosce, mentre Giovanni lo battezza, lo spirito santo scende su di lui, e i neofiti si rivestono.
Intorno al battesimo Masolino mette in scena i momenti salienti della biografia San Giovanni, operando il tipico slittamento temporale che porta avanti l’orologio dell’azione fino al momento in cui il ciclo viene dipinto. Masolino parla dunque al presente. La sequenza inizia dalla contro-facciata, con l’Annuncio a Zaccaria e la Visitazione. Sulla parete di sinistra dovrebbe esserci la Natività del battista, ormai quasi perduta (purtroppo si tratta della la parete dell’edificio esposta a nord; coperte a lungo da uno strato di calce, gli affreschi sono stati scoperti nel 1843). Poi viene la predica del battista che anticipa il conflitto con Erode e la condanna del suo legame con Erodiade, vedova di Filippo, e madre di Salomé. Per questo Giovanni viene imprigionato e poi decollato. Al banchetto di Erode le architetture di sfondo e i personaggi stessi ricordano da vicino l’impianto formale della cappella Brancacci, dalla quale almeno un paio di personaggi sembrano provenire direttamente.
Siamo in una delle tante città ideali del XV secolo, i personaggi sono persone reali, che probabilmente si riconoscono nelle figure dipinte. La descrizione è quindi ideale, piuttosto che naturalistica. Lo sfondamento prospettico, con il lungo colonnato di destra che corre verso il punto di fuga posto in prossimità del capo della figura in primo piano, crea una profondità spettacolare, che poi riverbera nelle tante ‘finestre’ disseminate lungo il ciclo: la piccola grotta che accoglie il corpo del martire, scavata nella montagna verdina che si staglia oltre la città; la cella dove viene imprigionato Giovanni, perpendicolare a un una finestra reale, pure protetta da una grata; la stanza dalla quale esce il tetro esecutore del martirio ordinato da Erode in pegno della danza che Salomé ha eseguito per lui. Intorno alla scena del battesimo e al pilastro visuale costituito dalla figura di Cristo ruota infatti un sistema di ‘aperture’ che fa da contrappunto urbano all’aspro panorama della Galilea. Tutto accade nello stesso ‘momento’, e Roma, sontuosamente rappresentata sulla contro-facciata, è sullo sfondo, insieme agli evangelisti e ai due profeti.
Masolino e il programma di Branda Castiglioni.
A Castiglione Olona il Cardinale ha anche un palazzo privato, con loggia aperta e guardino, per il quale Masolino probabilmente esegue un paesaggio montuoso ispirato a un passo di Plinio il vecchio. Oltre alla Collegiata il Castiglione commissiona anche la Chiesa di Villa, i cui lavori iniziano prima del 1437. L’edificio rimanda alla Sacrestia Vecchia di Brunelleschi, su progetto del quale potrebbe essere stata disegnata da Masolino stesso, o da Vecchietta, l’artista chiamato a decorare le pareti dell’abside della Collegiata, insieme a Paolo Schiavo, con le storie dei santi Stefano e Lorenzo. Il sarcofago che contiene le spoglie del cardinale è qui conservato, e sul lato riporta un’incisione piuttosto significativa, in merito alla riconoscenza che gli tributano i suoi concittadini:
Chiunque tu sia, fermati e guarda questa tomba e leggi questo epitaffio. Io sono il famoso Branda Castiglioni, sono stato un grande Cardinale, un uomo fortunato di nobile famiglia, e sono stato rispettato per la mia fede e per le mie azioni. Riposo in questa tomba di marmo, ma non mi lamento della morte, giacché la mia fama rimane eterna. Ho costruito castelli, decorato altari, ho arricchito santuari, e altri traguardi avrei potuto raggiungere, ma il Signore mi ha chiamato a sé dalla prigione terrena.
November 12, 2019