I 10 siti d’artista che vuoi conoscere
Ecco i 10 migliori siti d’artista, scelti tenendo presente la storia di internet e sapendo che tutto può cambiare da un momento all’altro.
Di questi tempi anche arte contemporanea e internet hanno dovuto rivedere il loro rapporto. Benedetta o maledetta che sia, la nuova onda di entusiasmo per l’online generata della mancanza di alternative ha investito grandi e piccoli. Mostre online, web radio show, gallerie in realtà virtuale: il mantra che tutti stanno cantando (noi compresi) dice che gli appassionati d’arte passano molto più tempo con il loro browser in questi giorni di quanto abbiano mai fatto nella vita precedente. Ecco dunque un selezione di siti web d’artista, per continuare a cavalcare l’onda.
Ciò premesso, siamo consapevoli che il rapporto tra arte contemporanea e internet ha radici profonde e ramificate. Importanti sforzi di storicizzazione sono già stati fatti altrove, qui, qui e qui per esempio, affrontando l’argomento in modo più ampio di quanto proviamo a fare nella nostra selezione (abbiamo comunque tenuto questi ‘libri’ di storia aperti nella mente). L’arte di Internet degli anni ’90 è in qualche modo rappresentata, così come la recente generazione Post-internet.
[Qui la nostra recensione della Biennale di Berlino del 2016, che ha celebrato il post-internet. Ndr]
Abbiamo anche preso in considerazione artisti che lavorano con medium lontani dal digitale, e spesso la loro fluidità ci ha sorpreso. In altre parole, abbiamo privilegiato quei siti d’artista che funzionano anche come opere d’arte autonome, o forniscono contenuti aggiuntivi, piuttosto che essere semplici cataloghi, o biglietti da visita.
Due note ulteriori sono necessarie. La prima. Il mondo dell’arte su internet assomiglia a un sito archeologico, che però cambia a grandissima velocità. Quello che vediamo oggi potrebbe non esistere, o esistere in forma diversa, domani. Questo ovviamente vale anche per la nostra selezione. Ci proponiamo perciò di aggiornarla costantemente, aggiungendo le novità che meritano di essere menzionate e rimuovendo ciò che, invece, dovesse smettere di essere interessante.
1. 1. Neil Beloufa (https://www.neilbeloufa.com/)
Abbiamo scelto il sito web di Neil Beloufa per il suo minimalismo, risolto nella scarsità di immagini e informazioni. Invece di mostrare i tanti contenuti che avrebbero offerto le installazioni e i film dell’artista, il sito di Beloufa mira a creare un’atmosfera specifica, attraverso pochi scatti. Ciò che accade in questo spazio virtuale potrebbe in realtà essere lontano dal lavoro materiale. Esempi di simili sono i siti di Torbjørn Rødland e Marie Angeletti. Entrambi fotografi, la scelta di mostrare una sola foto alla volta suggerisce un’attenzione a un’esperienza dell’opera forse più limitata, ma di certo più profonda.
2. Rafaël Rozendaal (https://www.newrafael.com/)
Rafaël Rozendaal è troppo giovane per essere considerato un esempio di net art degli anni Novanta. Tuttavia, il suo lavoro deve qualcosa all’opera di pionieri di quell’epoca come Olia Lialina, JODI, Eva & Franco Mattes, Vuk Cosic, tutti artisti che utilizzavano il browser come mezzo di comunicazione. Il sito web di Rozendaal non è altro che un grande portfolio che raccoglie tutti i suoi ‘pezzi da browser’; ma abbiamo deciso di includerlo nella nostra lista per il modo in cui presenta nuovi contenuti, ovvero certi haiku, fantastici e originali. Violon d’Ingres (il violino di Ingres) è una bella espressione francese per descrivere una situazione in cui un artista padroneggia un secondo mezzo, ed è con quello una sorta sorta di abile dilettante. Ingres era infatti anche un buon violinista. Gli haiku del web artist Rozendaal sono il suo violino, e il suo sito è il loro contenitore.
3. Parker Ito (http://www.parkerito.com/og.html)
Cinque anni fa quegli artisti che sfruttavano l’estetica aziendale, le immagini da stock, le superfici lucide e le luci a LED, sono stati classificati come “post-internet”. La generazione precedente utilizzava il web come mezzo artistico; il post internet lo ha utilizzato come fonte. Nel bene e nel male Parker Ito è stato considerato un esempio di questa nuova corrente. Il suo sito web personale (o almeno la sua versione precedente), dove elementi delle sue installazioni in galleria si ripetono digitalmente attraverso gif animate, immagini, e un layout sfrenato, mostra come il lavoro di Parker Ito sia sempre stato troppo sofisticato per essere solo una tendenza. Il suo sito web è più che internet art, più che Post-Internet art.
4. Seth Price (http://distributedhistory.com)
Il sito di Seth Price contiene e rappresenta fedelmente la complessità semantica del suo lavoro, riportandone l’estetica. È l’informazione nella forma. I documenti a disposizione sono moltissimi, organizzati per gruppi poetici, come si trattasse di un ordinato magazzino di immagini, scritti, attrezzature informatiche dalle quali di volta in volta le opere materiali e le loro mostre hanno preso forma. Al catalogo del proprio lavoro l’artista ha preferito condividere quello del proprio pensiero, rendendolo navigabile nel tempo.
5. Amalia Ulman (https://amaliaulman.eu/)
Sito semplice, facile da navigare, efficacie sopratutto nel dare l’idea che tutto quel che vuoi sapere sul lavoro di Amalia Ulman è lì a portata di mano. Nella sezione Privilege sono raccolte le installazioni esposte tra il 2015 e il 2018, classificate, appunto, sotto il cappello del progetto performativo Privilege (2015/2016, online). È questa la sezione dal nostro punto di vista più interessante. Qui la pratica artistica di Amalia Ulman si fa unitaria, continua, integrata.
6. Martine Syms (https://martinesy.ms/)
Per i grafici più svelti il sito web di Martine Syms potrebbe essere il migliore della nostra selezione. I caratteri tipografici sono iper raffinati, anche se non trasformano il sito in una mera mostra tipografica. I blocchi sono ben proporzionati, con un tocco spigoloso nella loro sovrapposizione dinamica. Oltre a questa qualità grafica, quello che ci ha convinto del sito di Syms è il modo in cui i suoi progetti sono esposti. Il testo esplicativo è nascosto da video auto-avvianti, che a loro volta possono essere nascosti quando le parole vengono portate alla ribalta, creando tempo per entrambi.
7. Blu (https://www.blublu.org/)
Blu è uno di quegli artisti che per scelta, e con grande coerenza, ha preferito esistere fuori dal ‘sistema’ dell’arte (senza deroga alla case d’arte, al contrario di Bansky, ch invece con queste flirta alla prima occasione). Il suo sito è gradevole, da tutti i punti di vista, e questo potrebbe essere visto come un limite. Ma il sito di Blu ha il merito di arrivare dritto al punto, che è poi sempre quello dell’espressività, ovvero l’unica bussola che funziona a prescindere dal tempo e dallo spazio.
8. Claire Fontaine (https://www.clairefontaine.ws/)
Il sito del collettivo Claire Fontaine è una raccolta di opere-oggetto disposte in modo casuale su sfondo bianco. L’unica informazione disponibile è la didascalia del lavoro. Niente cv, niente link, nessuno scritto critico. Si percorre una strada, dall’alto verso il basso, e si trovano delle cose. Un po’ come quando si cammina sulla spiaggia, nel bosco, o si vaga in un mercato delle pulci. Le opere parlano da sé.
9. Catherine Biocca (https://www.catherinebiocca.com/)
La frase “colpire il mare con un martello” potrebbe sembrare un verso di una poesia surrealista scritta nell’era di internet. Invece è una descrizione piuttosto letterale di ciò che accade sul sito di Catherine Biocca. Dopo l’inquietante atterraggio, le informazioni generali contenute nel sito sono strutturate secondo suggestive categorie dimensionali: 1d, 2d, 3d, 4d. E poi, cosa ci fa questo onnipresente dente fossilizzato?
10. Olafur Eliasson (https://www.olafureliasson.net/)
Il sito web di ‘Oliasson’ è come la sua arte: tecnologico e accademico. L’artista va lodato per la coerenza tra i suoi atteggiamenti digitali e fisici. Il sito è un’esplosione di sofisticati effetti visivi, con un divertente “momento wow” dietro ogni angolo. Una roccia che gira, che fluttua dietro il testo e che a volte viene usata come icona di caricamento è forse il suo tocco più poetico. Come le sue installazioni, il sito web di ‘Oliasson’ richiede molte risorse materiali. Il nostro computer si è surriscaldato durante la navigazione, consumando una grande quantità di batteria e costringendoci ad attaccare la spina.
December 2, 2020