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Romeo Gómez López: critica della natura conservatrice

Samantha Ozer

Romeo Gómez López si avvicina alla cultura con una visione erotica, esponendo fili libidici sottostanti e parallelismi inaspettati

Visitare lo studio di Romeo Gómez López, oppure assistere a una sua mostra, è come andare al museo delle cere: l’esperienza è una combinazione spesso inquietante di gioia, meraviglia, ansia, persino disgusto. Come questo spazio antropologico, così il lavoro di Gómez López offre visione delle icone della storia animale e umana cha va dai calamari ai dinosauri, da pop star come Justin Bieber a stelle dello sport come Cristiano Ronaldo, o personaggi politici come Vladimir Putin e Donald Trump. Tuttavia, il suo lavoro si discosta dalla natura categorica di questo tipo di musei, adottando invece un’angolazione decisamente queer, che ha lo scopo di decostruire i suoi soggetti in quello che l’artista dice essere un tentativo di “criticare la natura conservatrice dell’arte contemporanea… e sfidare le nozioni di cisheserosessualità obbligatoria”. Lavorando con scultura, installazione, diorama e performance, Gómez López si avvicina alla cultura con una visione erotica, esponendo fili libidici sottostanti insieme a parallelismi inaspettati tra i campi della scienza, della storia e della cultura contemporanea.

Romeo Gomez Lopez, Cold-pac (AMLO) 2023 silicon, latex, fabric, wood, acrylic, headphones, audio track, led lights 75 x 55 x 25 cm 29.5 x 21.6 x 9.8 in. Courtesy of the artist.
Romeo Gomez Lopez, Cold-pac (AMLO) 2023 silicon, latex, fabric, wood, acrylic, headphones, audio track, led lights 75 x 55 x 25 cm 29.5 x 21.6 x 9.8 in. Courtesy of the artist.

Si pensi alle opere di “Zac’s Haunted House: a little house of horrors for men”, la mostra di Gómez López al Museo de la Ciudad de Querétaro. Nella prima sala i visitatori sono accolti da Zacmorphia (2023), un’installazione di tre dipinti che ritraggono l’attore Zac Efron mentre si prepara per una scena del film “Cattivi  vicini 2” (2015), all’apice della sua prestanza fisica. Gli addominali incredibilmente tonici e il suo visibile rigonfiamento sono evidenziati dal suo unico vestito, un paio di pantaloncini arancioni. Romeo Gómez López sostiene che, mentre l’attore era un faro per gli standard di bellezza dei primi anni ’80, nell’attuale era di Instagram, che predilige volti più stretti e più adatti alla messa a fuoco angolare delle fotocamere dei telefoni, la sua estetica ultra-ridotta e la sua mascella squadrata sono diventate obsolete. Per seguire questo cambiamento di preferenze l’artista modifica Efron in modo che, man mano che ci si avvicina all’installazione, ogni dipinto allunga leggermente le proporzioni dell’attore, rendendolo più magro e perciò instagrammabile.

Secondo la curatrice Olga Rodríguez Montemayorla la mostra in questione esplora i “terrori della mascolinità” e, nel caso di Efron, gli effetti psicotici e fisici della dismorfia nella ricerca della perfezione. Se nel caso di Efron c’è qualcosa da supporre riguardo ai rischi della mascolinità, opere come Phantopharma (2023) sono più evidenti. All’interno di una teca di vetro stanno scatole di finasteride, manipolate in modo da distorcerne dimensioni e testo così da riflettere l’effetto collaterale del restringimento del pene causato da questo noto farmaco contro la perdita dei capelli. L’acido ialuronico, anch’esso raffigurato, può invece essere utilizzato come trattamento per l’ingrossamento del pene e dello scroto. Entrambi i prodotti sono distribuiti dal marchio “Man Matters”, il cui sito web offre uno spazio per discutere delle “paure degli uomini”. I prodotti dell’azienda si occupano di “tutto ciò che interessa a un uomo: prestazioni, dimensioni, capelli e corpo”.”

Romeo Gomez Lopez, KRAKKEN, 2022 Silicone, tempered glass 120 x 60 x 12 cm | 47.2 x 23.6 x 4.7 in. Courtesy of the artist.
Romeo Gomez Lopez, KRAKKEN, 2022 Silicone, tempered glass 120 x 60 x 12 cm | 47.2 x 23.6 x 4.7 in. Courtesy of the artist.

Come molte opere di Gómez López, anche questa è un’allusione a riferimenti teoeretici e storico artistici, come gli scritti del teorico politico e di genere Paul B. Preciado sulla “farmacopornografia”, in cui l’industria farmaceutica, l’industria pornografica e il tardo capitalismo si intrecciano nel sistema contemporaneo di controllo sociale attraverso la riproduzione, o la sua assenza. Si accenna anche all’installazione “Hunted house” di Robert Gober e Louise Bourgeois della Fondazione Prada di Milano, il cui nome ha in parte ispirato il titolo della mostra. Le forme di readymade di Romeo Gómez López ricordano Untitled (1993-1994) di Gober – una scatola Farina sovradimensionata -, e proseguono l’esame storico-artistico di Gober in merito a sessualità, politica e religione.

Vivendo e lavorando a Città del Messico, il punto di vista di Gómez López sulla religione e la politica è plasmato da quella che lui considera una forma di “conservatorismo cattolico poco consapevole” che influenza l’identità politica del Paese [Si veda Stefano Pirovano, “Concerning Berenice Olmedo’s brutal idealism”, CFArts, 2018, Ndr.]. In Astropapi (2022), installazione scultorea e spettacolo di marionette, Gómez López immagina una versione futuristica del Messico in cui il paese occupa un territorio extraterrestre, dopo che la sua posizione sulla Terra è stata distrutta dall’estrazione di risorse e da altri effetti collaterali della cultura maschilista estrema. Guidato dalla Vergine di Guadalupe questi nuovi “Stati Uniti di Guadalupe” sono stati fondati dopo la Settima trasformazione della vita nazionale; è un riferimento alla promessa fatta dal presidente messicano Andrés Manuel López Obrador nella campagna elettorale del 2018 di una quarta trasformazione, che sarebbe dovuta alle tre trasformazioni che secondo la sua narrazione avrebbero cambiato il Messico: la Guerra d’indipendenza messicana, la Guerra di riforma e la Rivoluzione messicana.

Il curatore Pablo Arredondo Vera chiede: “dopo sette trasformazioni, cosa rimane del Messico? Che cos’è il machismo degli uomini risvegliati? Cosa significa il sesso penetrativo tra uomini? Come continueranno i corpi maschili a essere sfruttati dalle industrie estrattive del futuro?”. Romeo Gómez López affronta queste domande immaginando un futuro messicano in cui astronauti marionettisti completamente vestiti, anche se con chiari pertugi che espongono peni eretti, recitano una commedia in due atti, infarcita di elementi di teatro bunraku e azioni post-porno.

Cresciuta in Messico e formata presso l’Escuela Nacional de Pintura Escultura y Grabado, anche detta “La Esmeralda” di Città del Messico, la pratica di Romeo Gómez López è anche influenzata dalla storia dell’arte messicana. Così l’artista risponde ai modi in cui la cultura maschilista permea il mondo dell’arte. In occasione del nostro incontro, la scorsa estate, Gómez López mi ha parlato del machismo materiale dell’uso della peitra da parte degli artisti maschi etero. Nel progetto Heteropiedra (2020), commissionato dal Museo Tamayo per la mostra collettiva “Otrxs Mundus”, ha creato un diorama con sculture di cera iperrealistiche del cast del film Mean Girls (2004) che discutevano del materiale guardando una replica in miniatura della pietra, che funge da base per il diorama stesso. Tra vari livelli di poeticità e le riflessioni più tradizionali che un gruppo potrebbe elaborare in uno spazio espositivo, come il suggerimento che la pietra serva come “tentativo politico di rispecchiare il mondo”, offerto da Cady, Karen condivide l’idea che la pietra “rispecchi i sogni bagnati dell’artista e il suo HARD ROCK COCK!“.

Romeo Gomez Lopez, Heteropiernas | Straightlegs, 2023. Metal structure, silicone, polyurethane, soccer shoes, shin guards, fabric. 190 x 190 x 20 cm. Courtesy of the artist.
Romeo Gomez Lopez, Heteropiernas | Straightlegs, 2023. Metal structure, silicone, polyurethane, soccer shoes, shin guards, fabric. 190 x 190 x 20 cm. Courtesy of the artist.

In una serie di opere successive, Romeo Gómez López continua a mettere insieme le concezioni sessuali e teoriche della pietra, suggerendo che il meteorite che si è schiantato sulla terra, creando un buco gigante, uccidendo i dinosauri e trasformando il pianeta, sia stato il predecessore dell’odierna “hetereopiedra” o “pietra etero”. In una serie di opere sulla “hetereopiedra”, l’artista sviluppa l’idea che “la collisione cataclismatica ha spazzato via i dinosauri, e le industrie contemporanee di film fantasy e d’avventura hanno depredato la specie”. Osserva come “le narrazioni patriarcali e le produzioni di blockbuster a prevalenza maschile hanno omesso il fatto che molti dinosauri possedevano le piume, per farli sembrare più temibili e mostruosi, offuscando la percezione del pubblico di massa”.

Agendo come un artista-antropologo, Romeo Gómez López ha creato Go-Go Raptor (2022), adornando con piume rosso vivo un pupazzo meccatronico di creatura preistorica. In riferimento alla Go-Go Dancing Platform (1991) di Felix Gonzalez-Torres, creata nel contesto della crisi dell’AIDS durante gli anni Ottanta e Novanta, in cui gli uomini gay, indipendentemente dallo stato di sieropositività, affrontavano una diffusa discriminazione, mentre un ballerino solitario ballava sporadicamente su di una piattaforma, il rapace di Gómez López danza intorno alla pietra. Di nuovo, in un’opera come Homenaje a David W (2022), dedicata all’artista e attivista David Wojnarowicz, morto di HIV/AIDS negli anni Novanta, Gómez López inserisce i temi del sesso, della perdita, dell’intimità, e affronta le icone della storia dell’arte contemporanea e della cultura pop. Un buco per tutto (Un hoyo pa’ todo) (2023), un disegno magistralmente realizzato che mostra due dinosauri che fanno sesso nella foresta, suggerisce i luoghi del cruising contemporaneo reintroducendo l’importanza del piacere nelle discussioni sul sesso. [Vedi Agata Pyzik, “Jaanus Samma, the many gay histories of Modern Eastern Europe”, CFArts, 2020, Ndr.]

Romeo Gomez Lopez, Go-Go Raptor, 2022 Animatronic, feathers, acrylic, volcanic stone Variable dimensions. Courtesy of the artist.
Romeo Gomez Lopez, Go-Go Raptor, 2022 Animatronic, feathers, acrylic, volcanic stone Variable dimensions. Courtesy of the artist.

Per quanto Romeo Gómez López sia critico nei confronti della società eterosessuale, si scaglia anche contro la comunità gay e contro quello che considera il “contributo tossico dei gay bianchi alla comunità LGBT+”. Nella scultura iperrealistica Pieano (2021), l’artista crea un giocattolo sessuale fetish-Frankenstein partendo da un calco dell’ano e del piede del suo fidanzato. Il designer spiega che “alludendo al foot fetish, Pieano spera di attaccare il piede all’eteronorma all’interno della comunità fallocentrica gay-bianca messicana, ossessionata dai grandi peni, per frenare i pensieri maschilisti adottati dallo stile di vita etero, ma che non si traducono bene in una comunità eterogenea con esigenze diverse. Questo manicotto masturbatore può essere penetrato e scopato, oppure frizionato, per soddisfare sia i top che i bottom”.

Romeo Gómez López, Deus Ex Machina, 2022 Volcanic stone, acrylic artist frame 45 x 123 x 3 cm | 17.7 x 48.4 x 1.5 in. Courtesy of the artist.
Romeo Gómez López, Deus Ex Machina, 2022 Volcanic stone, acrylic artist frame 45 x 123 x 3 cm | 17.7 x 48.4 x 1.5 in. Courtesy of the artist.

In Whirlpool (Espantucks), 2023, dalla sua attuale mostra a Querétaro, il buco è stato riempito; ma, invece di un pene o di un altro giocattolo sessuale, si tratta di una mano che tiene pigramente un infuso ghiacciato e che fa girare continuamente la tazza. Per Romeo Gómez López, più tempo l’uomo “trascorre all’interno del vortice, più affonda”; è un’altra opera pop umoristica che critica i privilegi di alcuni gay bianchi. L’estro comico e la prontezza di spirito gli consentono di attraversare senza soluzione di continuità argomenti e periodi, presentando al contempo opere visivamente affascinanti e brillanti.

January 12, 2024